Costanza DiQuattro (Ragusa 1986) laureata in Lettere moderne presso l’Università di Catania, dal 2008 si occupa attivamente del teatro Donnafugata, teatro di famiglia restituito alla fruizione del pubblico dopo sei anni di restauri, e nel 2010 ne assume la direzione artistica con la sorella Vicky, dando inizio a importanti collaborazioni artistiche con prestigiosi teatri nazionali e compagnie teatrali di chiara fama.
Ha collaborato con «Il Foglio» e con alcune testate online siciliane. Il suo campo di scrittura spazia dalla critica sociale al costume, dal mondo della cultura a quello più strettamente legato al teatro.
Con Baldini+Castoldi ha pubblicato La mia casa di Montalbano (2019). Nel novembre 2019 ha debuttato al teatro Carcano di Milano con il suo primo lavoro teatrale, Barbablù, interpretato da Mario Incudine per la regia di Moni Ovadia.
Non siamo altro che rose. Duriamo il tempo di un sorriso, di un ricordo da custodire, di una notte da ricordare.
E quando ci voltiamo indietro di noi resta solo la scia debole di un profumo che è stato intenso.
Donnafugata è un luogo, a due passi da Ragusa, tra carrubi secolari, muri a secco e campagna scoscesa.
Donnafugata è un tempo, l’Ottocento, tra dominazione borbonica, moti di fierezza popolare e alba della dignità operaia. Donnafugata è un casato, tra i più antichi di Ibla, che di quella terra e quei giorni incarna gioie, patimenti e futuro. Alla sua testa c’è lui, il barone Corrado Arezzo De Spucches, di cui il libro è quasi un diario privato: da quando, ginocchia sbucciate e balia Annetta appresso, scappava bambino da don Gaudenzio e quella camurria del suo rosario; agli anni in cui, ragazzo, compie gli studi a Palermo e lì fa sua la voglia di rivoluzione; a quelli in cui, marito, padre e poi nonno, vive e invecchia «circondato dalle fimmini», amandole tutte teneramente e sopravvivendogli con il cuore spaccato.
In una carezza lunga quasi un secolo, questo è il ritratto intimo di un illuminato uomo pubblico, ma pure la storia frugale e aggraziata di una famiglia unica e insieme qualunque.