Nato a Catania nel 1949, è uno dei più grandi critici letterari della Letteratura Italiana, materia che insegna, in qualità di professore ordinario, al Dipartimento di Scienze Umanistiche (ex Facoltà di Lettere) dell’Università di Catania di cui è stato, inoltre, vicepreside.
Erede intellettuale di Leonardo Sciascia che, prima di morire, lo designerà direttore scientifico della Fondazione Sciascia di Racalmuto, compone insieme all’autore de Il giorno della civetta un atto unico per il teatro, “Quando non arrivarono i nostri”, di recente tradotto e pubblicato in Francia.
Vive nella sua città d’origine, ove è stato assessore alla cultura e presidente del Teatro Stabile, e fa parte del comitato scientifico delle riviste “Italies” (Aix-en-Provence), “Spunti e ricerche” (Melbourne) e “Bollettino della società di studi valdesi”. E’ autore di numerosi volumi di storiografia letteraria e d’indagine critica sulla letteratura italiana dalle origini ai giorni nostri.
Nella sua ultima opera Un cruciverba italo-franco-belga edita da Bonanno, ricostruisce sapientemente i legami letterari di tre giganti del Novecento apparentemente distanti tra di loro: quelli del laico e tradizionalista Sciascia, dello scrittore francese cattolico Bernanos e del belga libertino e filofascista Simenon che si intersecano con la narrativa, proprio come in un cruciverba.