IL GRAND HOTEL TIMEO, OVVERO DI QUANDO TUTTO EBBE INIZIO.
«Era il 1850 quando il mio bisnonno Francesco La Floresta fondò il primo albergo di Taormina. Vendette un grosso agrumeto, acquistò un rudere a ridosso del teatro greco, lo ristrutturò e lo adattò a locanda. In quel locale ospitò i rari viandanti che decidevano di salire in groppa all’asino fino al paese. Per i taorminesi, a quel tempo pescatori e contadini, quell’investimento fu una follia tanto che il mio bisnonno fu soprannominato Don Cicciu ‘u pazzu».
Questa è la testimonianza di Franca La Floresta, riportata nel libro “L’antiquario di Greta Garbo” di Luciano Mirone, e ci trasporta verso quelli che furono gli esordi della tradizione turistica taorminese, cioè al lontano 1863 quando il Conte Otto Geleng, dalla lontana Prussia, arrivò a Taormina ed iniziò a dipingere ciò che si distendeva dinnanzi ai suoi occhi estasiati: l’Etna innevato al di là di una suggestiva barriera di mandorli in fiore. Con quelle pitture parteciperà ad una prestigiosa mostra parigina. In quell’occasione molti artisti negheranno che possa esistere un posto al mondo in cui i mandorli siano in fiore e contemporaneamente la neve abbondi sulle montagne.
Geleng li esortò a ritornare tutti insieme a Taormina, rassicurando gli amici pittori che, se avesse avuto torto, avrebbe pagato loro tutte le spese di viaggio.
Era la primavera del 1864 e, su indicazione di Geleng, Don Ciccio La Floresta predispose nella sua locanda la migliore accoglienza per questi ospiti illustri. Su suggerimento dello stesso Geleng, La Floresta scelse il nome di “Timeo”, come il figlio di Andromaco, il fondatore di Taormina nel IV sec. a.C. Taormina cominciava ad essere così una località turistica internazionale.
Nel 1880 arrivò in paese un altro prussiano, che presto si sarebbe guadagnato fama universale: il barone-fotografo Wilhelm Von Gloeden, amico dello stesso Otto Geleng.
I La Floresta in poco tempo riuscirono ad ingrandire l’albergo, dotandolo anche dei sontuosi giardini, già proprietà di Miss Trevelyan, una ricca inglese trasferitasi a Taormina. L’Hotel Timeo, insieme al San Domenico, diventò in breve il punto di riferimento dei grandi viaggiatori, degli artisti, dell’alta aristocrazia europea in viaggio a Taormina.
Arriveranno in questo luogo il principe russo Feliks Jusupov, gran consigliere della zarina Alessandra, noto per aver fatto assassinare il monaco e mistico Rasputin nel 1916, il Kaiser Guglielmo II, Richard Wagner, e, non ultimo, lo scrittore Andrè Gide, che, secondo Franca La Floresta, scoprì Taormina grazie ad Oscar Wilde, che gli aveva mostrato le fotografie di Von Gloeden acquistate a Taormina durante il suo soggiorno del 1897. Numerosi scrittori e premi Nobel per la letteratura furono ospiti del Timeo, tra questi Thomas Mann, Truman Capote, definito dai taorminesi “un cristianeddu” per la sua bassa statura, Edmondo De Amicis, Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, Somerset Maugham, Leonardo Sciascia.
Il grande cinema ed i suoi “divi” di ogni tempo sono passati per le eleganti sale del Grand Hotel Timeo: durante la cerimonia di consegna dei premi cinematografici “David di Donatello” il gotha del cinema e del jet-set internazionale, da Liz Taylor e Richard Burton a Jacqueline Kennedy, partecipava qui ad esclusivi cocktail e si preparava per il cambio d’abito prima della consegna dei premi al Teatro Greco.
Oggi che il Grand Hotel Timeo ha orgogliosamente compiuto 140 anni, le parole che l’illustre storico dell’arte Bernard Berenson scrisse dalla terrazza del magnifico albergo, sono un’eco che va ben al di là degli anni trascorsi: «Una calma senza suoni, eccetto quello vasto e subito spento della grande distesa del mare… L’alba con la sua pura felicità visiva, con la sublime armonia e il solenne silenzio ch’io godetti… ».