Donatella Finocchiaro
Giardini della Fondazione Mazzullo
La fiaba dello scrittore verista ripropone una versione riveduta e corretta della favola di Cenerentola, qui ribattezzata Tizzoncino, metamorfosi della bruttezza in bellezza, della povertà in ricchezza, della bassa condizione sociale in regalità, ma in chiave femminista ante litteram: quella di una donna che s’impone per le proprie qualità morali, coscia che saranno proprio quelle a trasformarla in oggetto di desiderio e soprattutto d’amore. E’ il messaggio di Donatella Finocchiaro, che ha scelto la recitazione alla professione forense, senza dismettere l’impegno a tutela dei dei diritti civili e della parità.
Conversazione Donatella Finocchiaro dialoga con Giuseppe Montemagno, critico teatrale.