Scrittore e giornalista, nato nel 1950 a Patti (Messina), ricopre e ha ricoperto diversi incarichi in società e fondazioni: Pirelli & C., gruppo Cultura di Confindustria, Assolombarda, Assimpredil, Centro per la cultura d’impresa, Fondazione Pirelli, Università di Genova, Nomisma, Orchestra Verdi, Fondazione Teatro Parenti, Touring Club, HangarBicocca. È stato direttore dell’agenzia di stampa Apcom, editorialista economico di La 7, direttore editoriale del gruppo Il Sole 24 Ore e vice direttore del quotidiano. Ha lavorato a La Repubblica, Il Mondo e L’Ora, ha collaborato con Paese Sera, Panorama e L’Europeo, ha diretto il settimanale Lettera Finanziaria e il mensile Ventiquattro. Insegna all’Università Bocconi e all’Università Cattolica di Milano. Tra i libri più recenti: Reggio è un blues (Disoblio Edizioni, 2013), Chiudi e vai! Viaggi calabresi di un capotreno esistenziale (Disoblio Edizioni, 2015), La morale del tornio. Cultura d’impresa per lo sviluppo (Università Bocconi Editore, 2015), I mille morti di Palermo (Mondadori, 2016).
I mille morti di Palermo (Mondadori, 2016). Palermo come Beirut: bombe, mitra, pistole, un arsenale da guerra per lo scontro tra clan mafiosi che insanguina la città dal 1979 al 1986, con un bilancio di mille morti. Con l’uccisione del boss Stefano Bontade, avvenuta il 23 aprile 1981, si apre la stagione più nera del capoluogo siciliano. È un omicidio che semina il panico nelle più antiche famiglie mafiose, ribaltando gerarchie e alleanze. Il maxiprocesso di Palermo, istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, avviato il 10 febbraio 1986, sarà la svolta nella lotta a Cosa nostra. Un anno dopo, l’11 novembre 1987, saranno inflitti 2.665 anni di reclusione e condannati all’ergastolo Totò Riina, Bernardo Provenzano e Michele Greco.
Lo scrittore e giornalista Calabrò interverrà all’incontro “Stato d’Assedio: una lettura delle stragi di mafia”, in occasione della presentazione della sua ultima pubblicazione, “I mille morti di Palermo” (Mondadori, 2016). Appuntamento alle ore 17.00.