Con il suo primo romanzo Settanta acrilico trenta lana (E/o, 2011), pubblicato quando aveva ventiré anni, è stata la più giovane vincitrice del Premio Campiello Opera Prima e la più giovane finalista del Premio Strega. Sono seguiti i romanzi Cuore cavo (E/o, 2013) e Bambini di ferro (La Nave di Teseo, 2016). L’incomunicabilità e l’alienazione sono due temi cardine dei suoi lavori, indagati attraverso una ricerca linguistica che si avvale di molti simbolismi.
Bambini di ferro (La Nave di Teseo, 2016). Romanzo distopico sulla maternità e sui sentimenti più ancestrali, ambientato in un Giappone del prossimo futuro. La direttrice dell’Istituto Gokuraku e la sua assistente, Yuki, accolgono una bambina rimasta orfana: Sumiko non intende parlare, mangiare e interagire. Anche Yuki era stata ospite dell’istituto, sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale, il cui fallimento ha generato dei bambini difettosi. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata dai suoi silenzi, mentre Sumiko si rivelerà essere la sua possibilità di salvezza.
Presentazione del libro di Viola di Grado, “Bambini di Ferro”, edito da La Nave di Teseo. Appuntamento alle ore 11.00.