PIAZZA IX APRILE – UN ETERNO CROCEVIA DI STORIE E DI EMOZIONI
«Gide aveva l’abitudine di trascorrere le ore del mattino seduto al sole, trasognato, nella piazza; se ne stava là, a bere da una bottiglia di acqua salata, recatagli fresca dal mare: un mandarino immobile, avvolto in un nero mantello invernale di lana e con il cappello scuro a larghe tese che gli lasciava in ombra il volto austero, giallognolo: un pigro idolo-santo (nel suo genere) che non pronunciava parola, a cui nessuno la rivolgeva, salvo qualche scambio occasionale con i giovani del suo paese che destavano il suo interesse. (…) Poi una mattina Cocteau fece la sua comparsa sulla scena della piazza, facendo roteare un bastone, e si diede ad interrompere le fantasticherie cui s’affissavano gli occhi d’acciaio del Vecchio. Cocteau era ancora ansioso di piacere, ancora la libellula dalle ali iridate danzava invitando il rospo non solo ad ammirarla ma magari a divorarla».
Questo accadeva a Taormina, sotto gli occhi attenti ed assetati di notizie di un giovanissimo Truman Capote, il cui racconto prosegue fintantoché Andrè Gide, esasperato, sbotta contro il giovane e petulante Cocteau: «Ma stattene fermo – stai disturbando il paesaggio!».
E siamo certi che Gide non si sbagliasse: il panorama che si può ammirare dalla terrazza di Piazza IX Aprile è senza pari.
Già chiamata Piano S. Agostino, in onore della Chiesa e del Convento di S. Agostino qui presenti, Piazza IX Aprile è la piazza più nota di Taormina.
Un altro edificio religioso si trova su piazza IX Aprile: si tratta della chiesa di San Giuseppe, dotata di una scala doppia di grande bellezza. Venne edificata nel XVII secolo ed affidata ai Padri Salesiani agli inizi del Novecento, per intercessione di Miss Mabel Hill, benefattrice della Città, perché si creasse un Oratorio per l’educazione dei giovani taorminesi.
La Piazza è chiusa dalla Torre del XII secolo, più volte ricostruita.
L’ipnotico ondeggiare della vita visto dai tavolini dei bar sulla Piazza, ispirava allo scrittore Ercole Patti ricordi luminosi: «L’aria che passa lungo questa stradetta incantata è pulita e fresca quanto basta per poter lasciare aperte le porte dei negozi. La pietra rosea della vecchia chiesa sulla piazza e i tavolinetti dei caffè situati sul largo marciapiede sono battuti e scaldati dal sole. Alcuni stranieri, allungati sulle sedie, se ne stanno immobili a quel sole d’inverno, con gli occhi chiusi».
Ingrandita negli anni ’50 sino a raggiungere le dimensioni attuali, il nome della Piazza celebra un sentimento collettivo, quello che il IX Aprile 1860, un mese esatto prima dello sbarco dei Garibaldini in Sicilia, fece sollevare il popolo taorminese in massa, sollevato dagli strali di padre Agostino da Taormina, di sentimenti liberali, detto Padre Diavolicchio, in una grande manifestazione contro i Borboni. Ancora Garibaldi (celebrato con una targa apposta sulla chiesa di S. Agostino) non era alle porte, come qualcuno andò dicendo, ma i tempi erano decisamente maturi!
Piazza IX Aprile è sempre stata il luogo per antonomasia della dolce vita taorminese.
Seduti agli storici caffè di questa Piazza erano soliti trascorrere le loro giornate Truman Capote, Tennessee Williams, Winston Churchill, Henry Faulkner, Michelangelo Antonioni. Vitaliano Brancati, Ercole Patti. Un affresco del pittore Cristian Bernard, amico di Robertino Fichera animatore del locale negli anni ’70, raffigura i personaggi più importanti del Novecento taorminese, di cui resta incontrastato protagonista Chico Scimone, amico di Frank Sinatra ed animatore della “dolce vita” taorminese grazie al celebre locale notturno La Giara, da lui aperto, nel 1953, insieme a Nino Ciampoli. Attraverso questa Piazza il grande attore Umberto Spataro, a cui è oggi dedicata la Scuola d’Arte Drammatica del Teatro Stabile di Catania, condusse un carretto siciliano per il partecipatissimo matrimonio di Chico Scimone.
La Piazza IX Aprile è stata teatro di memorabili scene oggi parte della storia del cinema, come testimoniano alcune emblematiche riprese de “Il Piccolo diavolo” (1998) con Roberto Benigni, Walter Matthau, Stefania Sandrelli e Nicoletta Braschi, “Grande grosso e Verdone” (2008) con Carlo Verdone e Claudia Gerini e “Intrigo a Taormina” (1960) di Giorgio Bianchi, con un cast di divi del cinema tra cui Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Sylvia Koscina, Gabriele Ferzetti e Gino Cervi.
In questo luogo, fonte di ispirazione per artisti, intellettuali, scrittori di ogni tempo, ha sede, sin dal 1933, la Biblioteca Comunale di Taormina, che occupa le antiche sale del cinquecentesco Convento di S. Agostino e raccoglie oltre 22.000 volumi, vantando un Fondo Antico, intitolato a Mons. Giovanni Di Giovanni, autore di una Storia Ecclesiastica e Civile di Taormina, che raccoglie oltre 2.300 volumi, tra manoscritti, incunaboli ed antichi codici provenienti dai dismessi Conventi taorminesi. La Sala Lettura è dotata di uno splendido soffitto ligneo, con pannellature dipinte, realizzato negli anni ’30.