Fabrizio Mollo (Paola, 1972), Laureato, Specializzato, Dottore di ricerca ed Assegnista di Ricerca in Archeologia Classica, cultore della Materia e contrattista in numerosi Atenei Italiani (Unical, Università di Messina, Università Lumsa di Roma, Università dell’Aquila) già Ricercatore Junior (2011-2014) e Senior (2014-2017) in Archeologia Classica (SSD LAnt/07, Macrosettore 10A1), è attualmente Professore Associato ed insegna Topografia Antica e Archeologia delle Province Romane presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina.
È membro del Collegio di Dottorato in Scienze Storiche ed Archeologiche dell’Università degli Studi di Messina dal 2012; è componente della Commissione Paritetica e della Commissione AQ della Ricerca, è vicecoordinatore del Corso di Studi in Tradizione Classica ed Archeologia del Mediterraneo.
Autore di circa 150 pubblicazioni scientifiche (libri, articoli, Atti di convegno) nelle sedi editoriali più prestigiose; ha partecipato a decine di convegni scientifici nazionali e internazionali in Italia ed in Europa. Già insignito di importanti riconoscimenti a livello nazionale (tra gli altri Premio Giovani Ricercatori MIUR e CNR, Premio Anassilaos di Reggio; Premio Cantafora di Crotone),
È stato collaboratore della Soprintendenza Archeologia della Calabria per un ventennio.
Ha svolto negli anni attività di ricerca in Calabria, Sicilia, Puglia, Basilicata, a Malta, Grecia. Svolge ora attività di ricerca in Calabria e Sicilia, occupandosi di popolazioni indigene (Enotri, Lucani e Brettii), di modalità di occupazione del territorio nel corso del IV e del III sec. a.C., di cultura materiale dall’arcaismo all’età romana, di ceramica a figure rosse e piatti da pesce, di anfore e ceramiche di produzione fenicio-punica. Negli ultimi anni si è occupato anche di Archeologia dell’alimentazione, studiando le origini della dieta mediterranea in collaborazione con l’Istituto nazionale della Dieta Mediterranea e l’Università di Roma Tor Vergata.
È componente dal 2014 della Missione Archeologica Italiana presso Skotoussa, in Tessaglia – Grecia, dove si occupa di produzioni ceramiche tra l’arcaismo e l’età ellenistica. Ha scavato, pubblicato e si occupato tra gli altri dei contesti di Petrosa di Scalea e di Tortora (l’antica Blanda), di Serra Aiello-Campora S. Giovanni (l’antica Temesa), Licata (l’antica Phinziade), curandone anche i progetti scientifici e didattici dei relativi Musei. Ha scavato, pubblicato e musealizzato i contesti archeologici dell’area del Medio Tirreno cosentino (da Belvedere M.mo a Paola), dedicando la monografia Ai confini della Brettìa, Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, progettando e realizzando il Museo dei Brettii e del Mare di Cetraro, di cui è anche direttore della Collana dei Quaderni.
È Direttore scientifico dal 2016 del Museo di Blanda (Tortora-CS) e dal 2021 del Museo di Storia Naturale del Pollino di Rotonda (PZ).
È autore della Guida Archeologica della Calabria Antica (2018), tra i volumi più venduti dell’editoria specialistica italiana, insignito di vari premi; ha di recente curato il volume di studi su Scalea ed il suo territorio (2019) ed è curatore degli Atti del Convegno Internazionale Il Golfo di Policastro tra Enotri e Lucani: insediamenti, assetto istituzionale, cultura materiale (2018). Ha appena dato alle stampe Uomini e merci tra Sicilia e Bruzio (2020). È Direttore scientifico della collana Scientia Antiquitatis per la casa editrice Rubbettino.